Disturbi Specifici di Apprendimento

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Una delle attività principali della vita di ogni bambino è la scuola. In media intorno a 5 anni leggono le prime letterine, ma la fase di acquisizione del processo di lettura inizia con l’ingresso alle scuole elementari e si dovrebbe consolidare nei primi due anni insieme ad alcune abilità di calcolo, di scrittura e di comprensione del testo. In realtà c’è un 3-4% dei bambini che mostra qualche difficoltà in questi ambiti. Sono bambini svogliati, pigri o che non si impegnano? Assolutamente no! Sono bambini che probabilmente hanno un Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA).

Che cos’è un DSA?

Innanzitutto, come dice il nome, è un disturbo altamente specifico, cioè circoscritto ad alcune aree. Ciò vuol dire che un bambino con DSA avrà delle difficoltà solo e solamente in un uno degli ambiti sopra descritti, ovvero lettura, scrittura, calcolo e comprensione del testo. Questo non significa che il bambino con DSA non imparerà mai quello che imparano gli altri bambini, ma lo deve fare in un modo diverso, perchè non ha nessun tipo di deficit intellettivo. Con DSA ci si riferisce quindi a quelle difficoltà che forse sono più note come Dislessia, Disortografia, Discalculia, Disgrafia.

Come si riconosce un DSA?

È chiaro che la scuola è il miglior osservatorio per questi disturbi, ma anche i genitori possono fare tanto e imparare ad osservare alcuni aspetti. I bambini con DSA mostrano delle caratteristiche specifiche e il genitore deve fare attenzione a queste. Il bambino dislessico fa una fatica enorme a leggere perchè inverte le lettere, non riconosce alcuni grafemi o non li associa ai suoni giusti, ha difficoltà a sillabare. La lettura così risulta molto lenta poichè deve ripetere più volte la stessa parola e molte volte senza comprenderne il significato, poichè tutta la sua concentrazione è focalizzata sul riuscire a leggere in maniera corretta. Salta spesso le righe o le parole oppure legge una parola al posto di un’altra. In questo modo spesso perde il senso della frase o dell’intero testo. Il bambino discalculico mostra le stesse specifiche difficoltà, ma applicate ai numeri. Quindi cìò che si vede dall’esterno è un estrema lentezza nei calcoli, o al contrario sparare risposte a caso e ovviamente molti errori. Il bambino disgrafico ha difficoltà nella scrittura, quindi scrive in maniera corretta da un punto di vista ortografico, ma in modo incomprensibile (non è solo una brutta grafia!). Al contrario il bambino disortografico può avere una bella grafia, ma compiere moltissimi errori di ortografia. Se si notano queste cose si può effettuare un approfondimento presso uno specialista che farà dei test di valutazione e potrà confermare o meno i dubbi dei genitori.

Cosa comporta un DSA?

Il DSA se non riconosciuto, può portare l’ambiente che circonda il bambino (in particolare la scuola) a pretendere che lui faccia cose che non può fare (non si tratta di mancanza di impegno o di voglia!). Chiedere ad un bambino dislessico di imparare una lezione di storia o di geografia leggendo due pagine è come chiedere ad un qualsiasi persona di leggere l’intera Divina Commedia in un pomeriggio! Chiedere ad un bambino disgrafico e con disortrografia di scrivere un tema è come chiedere a una persona qualunque di dipingere la Cappella Sistina! Voi come vi sentireste se tutto il mondo intorno a voi si aspettasse continuamente che voi faceste cose che non siete in grado di fare? Non credo bene! Infatti questo comporta che il bambino si senta continuamente pressato da richieste a cui lui non può rispondere in maniera adeguata. È evidente come questo possa minare l’autostima del bambino e la fiducia nelle proprie capacità. Il tasso di abbandono scolastico è infatti altissimo! La controparte positiva è che come già detto sopra, sono disturbi specifici e circoscritti, quindi non vanno ad intaccare altre aree, se trattati in tempo.

Che fare allora?

Nel caso sia fatta diagnosi, ci sono una serie di interventi da effettuare. Per aiutare i bambini con DSA si utilizzano oggi i cosiddetti strumenti compensativi e dispensativi. Ossia si trovano dei metodi alternativi a tradizionali metodi di apprendimento (come studiare sui libri) che cercano di aggirare le difficoltà del bambino, promuovendo comunque il suo apprendimento. Ad esempio si possono utilizzare dei computer con dei programmi specifici che facilitano la lettura o la scrittura, creare delle mappe concettuali in modo da ridurre il carico di lettura, utilizzare più immagini oppure la calcolatrice. Questo è quello che dovrebbe essere fatto a scuola e a casa per aiutare il bambino nello studio. In più ci sono dei training eseguiti da psicologi, che servono a migliorare le funzioni in cui il bambino risulta carente. Per i genitori ci sono dei software gratuiti molto utili scaricabili da internet. In questo modo risulta evidente come il bambino si senta aiutato e ottenga dei benefici anche da un punto di vista emotivo, poichè si sente capace come gli altri.

In conclusione riconoscere in tempo, cioè all’inizio della scuola elementare, tali difficoltà aiuta il bambino a darsi una spiegazione e non gli fa perdere la possibilità di imparare come i suoi coetanei.

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